Uno degli assiomi della Metodologia NatureTherapy® è la semplicità.
E nonostante io lo sappia, la apprezzi, la pratichi, la diffonda, ogni volta mi stupisco e mi meraviglio di cosa può produrre in un essere umano uno stimolo semplice, basico, neutro, quando attiva un contatto con la Natura.
Per questo adoro partecipare agli eventi NatureTherapy condotti dai colleghi, perché me li posso godere appieno!
L’indicazione per l’attività è stata: raccogliete 3 sassi, disponeteli in equilibrio e ascoltate quel che vi dicono di voi.
Non mi sono nemmeno dovuta spostare, è stato sufficiente abbassare lo sguardo al suolo per scegliere i “miei 3 sassi”.
Una lastra grande, che mi sembrava un’isola, sulla quale ho disposto un’altra lastra sottile, e più che cercare un equilibrio desideravo mantenere la possibilità dello scivolamento. Al di sopra ho posizionato un corpo solido, orientato est-ovest, di taglio, paradossalmente stabile sopra la lastra “scorrevole”. Sopra a tutto ho posto una conchiglia. Di quelle che si trovano per l’appunto in montagna, a testimoniare che quel luogo, qualche tempo fa, costituiva il fondo del mare.
L’ho appoggiata nel centro, sopra la solida pietra in stabile equilibrio. Quella conchiglia (di un mollusco gasteropode che potrebbe essere vissuto un milione di anni fa ed essere arrivato in superficie il mese scorso) piccola, sottile, leggerissima, porta con se la spirale che rappresenta la formula matematica della bellezza, la spirale del Nautilus, la proporzione aurea, la sequenza di Fibonacci.
Ammiro la mia me stessa che ho appena costruito e un leggerissimo soffio di vento fa rotolare la conchiglia dalla pietra solida sulla lastra sottostante. Ok, anche questa è una fantastica informazione.
Tempo trascorso… forse più di 30 secondi ma sicuramente meno di un minuto.
Questo è ciò che è accaduto, ciò che può aver visto chi osservava la scena da fuori.
Ma cosa è accaduto in me, mentre le mie mani sceglievano e posizionavano quelle pietre, dopo essere stata nello spazio del Cerchio attivato da un Facilitatore, dopo aver respirato profondamente, dopo aver percorso la strada si sassi che mi ha portato su quel pendio dal quale si vede la pianura sottostante, e i monti oltre la pianura, dove una enorme porzione di cielo si apre sopra di me, ulivi e querce mi circondano, altre anime come me intorno a me stanno cercando se stesse nei sassi, e vicino a me c’è un cipresso, che non vedo, ma di cui percepisco la presenza e il significato?
Réunion NatureTherapy® – Umbria
fotografia di Erica Silvani
Réunion NatureTherapy® – Umbria
fotografia di Sonia Di Marca
Accade che nel scegliere una lastra larga e piatta che mi sembra un’isola desidero che alla base, a fare da struttura della mia personalità ci sia la profondità. Scelgo (o forse scopro) che la mia profondità sia quella che va verso il basso, verso la terra, invece che verso l’alto, verso il cosmo. E quella profondità è la mia solidità, la mia struttura, invece che una costruzione è una solida base. Sopra questa base c’è il flusso. La seconda lastra poggia sulla prima ma è come fosse “un pezzo di fiume”. La base piana accoglie e permette il flusso senza ostacolarlo e senza poterne essere compromessa. Lo sostiene alla grande! Al massimo verrà levigata. Sopra il flusso ci sono le mie spalle e il mio cuore. Non emergono dal flusso, vi poggiano con sicurezza, anche qui sostegno. Le mie spalle e il mio cuore sono solide, compatte e trasfigurate in quel sasso hanno un orientamento ben preciso: destra, sinistra, dietro e di fronte sono chiari, sempre. Mantengo la mia possibilità di ruotare sull’asse: posso modificare l’orientamento del sasso e in ogni posizione esso mantiene l’assetto e la stabilità.
Ma la scelta (scoperta) più stupefacente è quella che mi ha portato a raccogliere quell’antichissimo guscio di conchiglia, vuoto, leggerissimo, sintesi ed essenza della bellezza, manifestazione della saggezza infinita del Cosmo che è possibile ritrovare anche nelle piccole forme della Natura. Una sottile linea di calcare in grado di raccontare tutto l’Universo. Così credo, spero, scelgo, che sia la mia testa, il luogo della mente, della psiche, dell’anima, del pensiero razionale, dell’ispirazione, della coscienza.
Per ognuno di quei sassi avrei molto altro da dire. Ognuno di loro racconta, porta con sé, in sé, per me, una quantità di informazioni forse illimitata. E potrò trovare in quel capolavoro ispirazione per molti anni a venire, perché se quel ritratto ancora non mi assomiglia, di sicuro lo accolgo come una predizione, come un manuale di istruzioni per la persona che desidero diventare.
Se lo dicessi in giro… “voglio assomigliare ad un mucchietto di sassi” solo un Facilitatore NatureTherapy, o chi ha partecipato almeno ad un incontro potrebbe capire. E credo che questa comprensione vada allargata, espansa, contagiata, propagata, esplosa con dilagante entusiasmo. Non può e non deve rimanere per pochi. Nostro compito, come facilitatori, è che si diffonda, perché è realmente alla portata di tutti. Dobbiamo solo creare l’opportunità perché possa accadere.
Nelle foto i 3 sassi che mi hanno portato questa immensa consapevolezza. Come potete ben vedere non significano nulla di per sé, ed è proprio in questo che sta la vera meraviglia della Metodologia: ciò che conta è ciò che accade dentro di noi.
Valeria Rosa Cescato – Facilitatrice NatureTherapy®️

Formato da Facilitatori e Trainers NatureTherapy® in costante crescita e ricerca di spunti, informazioni e consapevolezza… desiderosi di dialogare insieme e condividere il Valore della Comunicazione Naturale.